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I ferrovieri francesi boicottano la caccia ai migranti a Ventimiglia

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  • 23 Gen 2017 17.34

Il 23 dicembre 2016 nella frazione di Latte, poco oltre Ventimiglia, un treno regionale diretto a Nizza investe un gruppo di migranti in cammino lungo la ferrovia verso la Francia. Un ragazzo senza documenti è stato sbalzato sulla massicciata ed è morto sul colpo. I suoi compagni sono fuggiti prima dell’arrivo dei soccorsi e della polizia ferroviaria. Erano le 20.38, l’incidente è avvenuto al chilometro 255,4, vicinissimo alla frontiera francoitaliana. Secondo il quotidiano la Repubblica, la vittima è un algerino di circa 25 anni.

Per l’azienda delle ferrovie francesi (Sncf) questo decesso è al tempo stesso un incidente ai danni di una persona e un incidente sul lavoro, poiché il macchinista alla guida del regionale, traumatizzato, si è messo in congedo. È il quinto incidente che coinvolge migranti, il primo mortale, che si è verificato sulla linea Ventimiglia-Mentone dall’inizio di agosto 2016.

Il 5 agosto del 2016 un giovane sudanese di 27 anni era rimasto gravemente ferito dopo essere stato investito da un treno francese nell’ultima galleria nella tratta italiana, riportando un trauma cranico. È stato portato in elicottero all’ospedale San Martino di Genova. “Mentre con il treno mi avvicinavo a un varco di frontiera, mi sono accorto di tre individui sulla ferrovia e ne ho investito uno”, ha riferito il macchinista del treno nel verbale della Sncf. All’arrivo dei soccorsi, gli altri due erano spariti.

L’11 agosto sul versante francese un sudanese era precipitato in piena notte da un ponte ferroviario, verosimilmente per sfuggire a una pattuglia militare. È ancora oggi in ospedale, sospeso tra la vita e la morte. “È stata avviata un’inchiesta giudiziaria tuttora in corso, ma dai primi elementi sembrerebbe che l’uomo abbia cercato di evitare di incrociare una pattuglia del dispositivo Sentinelle che si stava avvicinando”, spiega il procuratore di Nizza Jean-Michel Prêtre. “Dopo averla vista si è allontanato dalla strada senza rendersi conto, nell’oscurità, di trovarsi nei pressi di un ponte”. Poiché, a differenza degli incidenti precedenti, quest’ultimo è accaduto in territorio francese, è l’unico incidente grave registrato dalla giustizia francese.

Il 31 agosto un macchinista francese ha segnalato un incidente che ha coinvolto una persona in territorio italiano e il traffico sulla linea è stato interrotto. Secondo i mezzi d’informazione italiani, il regionale che conduceva ha “sfiorato” un gruppo di tre o quattro migranti nella zona di Ventimiglia. Avendo avvertito un colpo, il conducente ha avvisato i soccorsi e la polizia italiana che al loro arrivo non hanno trovato nessuno.

Alle 22.20 del 1 ottobre del 2016 un macchinista francese ha avvertito un colpo poco prima di fermarsi nella stazione di Mentone-Garavan, la prima fermata sul versante francese. Era notte. Dopo alcune ricerche il conducente ha visto alcune persone fuggire via, ma non ha trovato né morti né feriti.

L’incubo dei macchinisti
In caso di incidente in cui siano coinvolte altre persone, la procedura alla Sncf è sempre la stessa. Il macchinista deve fermarsi, scendere a ispezionare le rotaie e avvisare il posto di blocco affinché blocchi la circolazione fino a quando non saranno intervenuti la polizia e i soccorritori. Secondo Cyrille Poggi, rappresentante dei macchinisti all’interno della Confédération générale du travail (Cgt) per le Alpi Marittime e il Var, la linea Ventimiglia-Nizza è diventata l’incubo dei macchinisti.

“Sono traumatizzati perché capitano molti incidenti in cui sono coinvolte persone, a causa della presenza di profughi nelle gallerie”, spiega il sindacalista Poggi, di 37 anni. “La linea è tortuosa, con gallerie non illuminate e una visibilità pessima. Servono tra i 300 e gli 800 metri per fermare un treno. Ruote in metallo su una rotaia in metallo frenano male. Spesso gli incidenti accadono di notte: i profughi attraversano in gruppo e non troviamo i corpi”. Dopo un incidente, è obbligatorio che arrivi un altro macchinista a sostituire il primo, “e questo influisce sulla produttività della Snfc, perciò la direzione vorrebbe ripristinare il fischio nelle gallerie”.

“Circoliamo sempre correndo il rischio di investire delle persone”, osserva un controllore che preferisce restare anonimo. “I macchinisti in particolare sono sottoposti a un forte stress quando superano una galleria. In ogni tragitto incrociamo tantissima gente, soprattutto di mattina presto o alla fine della giornata”. I macchinisti hanno perciò preso l’abitudine di “suonare di loro iniziativa il clacson nelle gallerie, perché questa storia va avanti da diversi anni”. E più precisamente dal 2011, quando la primavera araba e le rivoluzioni nel mondo arabo hanno trasformato Ventimiglia in un punto di ingresso in Francia per migliaia di tunisini.

continua …  http://www.internazionale.it/notizie/louise-fessard/2017/01/23/ferrovieri-migranti-ventimiglia


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