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Non di solo #26novembre

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Non si è levato un grido per dire #siamotuttiTiziana (in solidarietà ad una preda spartita, tra reti sociali, oltre il numero di Dunbar) bensì: #siamotutticolpevoli, come se tutti avessimo guardato dalla serratura della sua stanza, ognuno con la propria reazione, e avessimo fatto niente per impedire il tragico epilogo.
E invece no, io non sono una che guarda siti indecrittabili tipo: “la bibbia 3.0“, da cui si possono scaricare gratuitamente immagini di ragazzine nude in atteggiamenti adulti, consapevoli solo di aver inviato i propri messaggi ai fidanzati – o addirittura riprese a loro insaputa – che si ritrovano poi in rete per spirito di revenge degli ex, i quali magari pensano non sia un problema perché “se la vanno a cercare“!
(milanopost.info/2016/05/30/la-bibbia-3-0-ragazzine-nude-sul-web-un-padre-denuncia-e-mette-in-guardia/)
Nel caso invece la protagonista non sia minorenne, e pensi quindi di giocare un ruolo concedendo ad altri di riprenderla ma con l’esplicito dissenso alla pubblicazione, le si manca ugualmente di rispetto.

Però io adesso non volevo parlare dei fatti di cronaca, ma soffermarmi sulla cultura misogina della bibbia e di conseguenza dell’odio che ancora oggi in modo universale, e istituzionalizzato, viene manifestato nei confronti della donna (che, come abbiamo visto: può essere provato anche da parte di un’altra donna, per vendetta!).
Si sa che nella genesi troviamo “Non è bene che l’uomo sia solo, gli voglio fare un aiuto che gli sia simile” e così ci hanno per la maggior parte insegnato che dio plasmò la donna con la costola che aveva tolta all’uomo, moltiplicandoci affanni e parti dolorosi, ma soprattutto: “sarai sotto la potestà del marito, ed egli ti dominerà” perché dalla donna ha avuto inizio il peccato e, attraverso la parola divina, le donne hanno dovuto accettare l’inferiorità e la sudditanza; la bellezza è un peccato, non si deve mostrare a qualsiasi uomo “ogni donna impudica sarà calpestata come sterco nella via” valendo uno sputo; “amara più della morte è la donna, la quale è tutta lacci: una rete il suo cuore, catene le sue braccia. Chi è gradito a dio la sfugge ma il peccatore ne resta preso” e via discorrendo, ci è noto.
Nel nuovo testamento si ribadisce il concetto che la donna fu creata per l’uomo e, tra i tanti diritti negati, si approva che le donne non abbiano il diritto del godere sessuale: “se ne deve stare in atteggiamento tranquillo, potrà essere salvata partorendo figli a condizione di perseverare nella fede nella carità e nella santificazione, con modestia” (?)

Tutto questo per dire che siamo ancora lì: secondo la cultura patriarcale, se commettiamo “azioni infami“, dobbiamo essere confinate in casa finché non sopraggiunga la morte (per mano nostra o più spesso dell’uomo) oppure, se indipendenti, essere esposte al pubblico ludibrio se non peggio.
L’egemonia maschile fa sì che, allo stesso tempo, milioni di euro all’anno vengano guadagnati attraverso lo sfruttamento sessuale delle donne anche per via di quei video pornografici senza senso – da non confondere con la rappresentazione dell’erotismo che ci appartiene intimamente – diffusi in rete e che consentono, tramite l’illusione virtuale, il distaccamento dalla realtà.
Del resto, parole simili a “una scopata nei bagni del club in cambio di una bottiglia, troie” sono la norma in migliaia di canzoni hip hop: come siamo lontane dall’empowerment femminile (sono passati 53 anni da quando Lesley Gore cantava “you don’t own meTu non mi possiedi/non sono uno dei tuoi tanti giocattoli/tu non mi possiedi/non dirmi che non posso uscire con altri ragazzi/e non dirmi cosa fare/non dirmi cosa dire/e per favore, quando esco con te/non mettermi in mostra perché/tu non mi possiedi/sono libera e amo essere libera“)!
Se chi era contro la logica della guerra cantava “No, woman, no cry!”, qualcun altro ha aggiunto “Don’t cry, but scream!” perciò: urliamo, non tanto verso l’uomo, quanto contro una società ridondante ed ipocrita.

O al limite quest’uomo, tanto religioso, ci piacerebbe vederlo in ginocchio non per pregare: in senso figurato (e/o solo per difesa) perché qualcuna gli ha spezzato le gambe!


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