RESISTENZA ALLA MICROTECNICA E ALLA RIV
Tra il 1940 e il 1943 la Fiat produsse l’80 % dei mezzi militari costruiti in Italia. Raddoppiò la capacità produttiva di aerei e motori per aerei rispetto al 1939, e il numero dei dipendenti passò da 57 mila (1939) a 76 mila (1942).
Decine di migliaia di operai lavoravano al Lingotto e a Mirafiori, e altre migliaia in altre fabbriche dell’indotto, tra cui la Riv di via Nizza 148, che produceva cuscinetti a sfera, e la Microtecnica di via Madama Cristina 149, che produceva bussole, piloti automatici per aerei, apparati guida per siluri, micrometri.
Lo stesso Dante Di Nanni diciassettenne nel 1942 fu operaio alla Microtecnica, prima di arruolarsi volontario come motorista nell’aeronautica militare.
I bombardamenti alleati e i disastri italiani sui vari fronti produssero i primi scioperi contro la guerra e contro le condizioni lavorative nelle fabbriche, che contribuirono alla caduta del fascismo nell’agosto 1943. La prima grande ondata di scioperi fu nel marzo del 1943, e coinvolse anche la Riv e la Microtecnica.
Con l’armistizio dell’8 settembre 1943 e la successiva occupazione nazifascista, iniziò la resistenza vera e propria, nelle fabbriche come sul territorio. Alle agitazioni di massa si affiancarono le azioni clandestine delle SAP (Squadre di Azione Patriottica) nelle fabbriche e dei GAP (Gruppi di Azione Patriottica) nei quartieri. Dante Di Nanni fuggì dalla caserma ove era di stanza, si unì ai primi partigiani nelle valli del cuneese e, tornato a Torino, entrò nei GAP.
A San Salvario un punto di ritrovo clandestino dei sappisti era il bar sport di piazza Graf, mentre i gappisti usavano incontrarsi alla bottiglieria Comoglio di vicolo Valtorta (accesso da via Donizetti), che oggi non esiste più.
Alla Microtecnica nel novembre 1944 si formò un comitato di liberazione di fabbrica. I lavoratori della Microtecnica periti durante la lotta di Liberazione furono 20, e una lapide li ricorda all’interno dello stabilimento, visibile dall’ingresso laterale di via Canova.
Il 24 aprile la fabbrica venne occupata dalle forze partigiane, e divenne un centro di coordinamento dell’insurrezione a Torino, che iniziò la mattina del 26 per concludersi vittoriosamente il 1 maggio.
Il 2 maggio 1945 la fabbrica riprese a funzionare regolarmente.
Alle 7 del mattino del 24 aprile 1945, i lavoratori del primo turno della Riv entrarono in fabbrica senza però iniziare le attività, anzi un buon numero iniziò a presidiare lo stabilimento. La notte dell’insurrezione, il 26, la Riv fu teatro di violenti scontri: una pattuglia di tedeschi transitò davanti alla fabbrica e fu invitata a deporre le armi. In risposta i nazisti lanciarono un ordigno che uccise due partigiani, Luciano Fontanelle e Pietro Gasperini e ne ferì altri due. Il 25 aprile arrivarono allo stabilimento i partigiani provenienti dalla Val Chisone che provvidero a stanare i cecchini che impedivano il passaggio da via Nizza.
CONTRO LA GUERRA E LE FABBRICHE DI ARMI
Oggi la resistenza continua e passa anche attraverso la lotta per la riconversione dell’industria militare. La microtecnica è parte della multinazionale americana UTC che produce apparecchiature per elicotteri e cacciabombardieri e come tale è complice della guerra permanente condotta ai danni del popoli del sud del mondo dalle potenze occidentali venditrici di armi.
Per approfondire
http://www.istoreto.it/to38-45_industria/schede/microtecnica.htm
http://www.istoreto.it/to38-45_industria/schede/riv.htm