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fermiamo i mercanti di morte! volantino

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FINMECCANICA, BERETTA, ENI: FERMIAMO I MERCANTI DI MORTE!

CONTRO L’INTERVENTO IN LIBIA

PER LA CHIUSURA O RICONVERSIONE DELL’INDUSTRIA MILITARE E PETROLIFERA

Dopo la disastrosa operazione NATO del 2011 Francia, Gran Bretagna e USA spingono per una nuova spartizione neocoloniale della Libia facendo pressioni sul governo italiano, che ha fortissimi interessi petroliferi da difendere e nel frattempo vende armi a numerosi paesi dell’Africa e del Medioriente.

L’italiana Beretta tra agosto e settembre 2014 ha venduto 30.000 pistole alla polizia egiziana, ovvero ai torturatori e assassini di Giulio Regeni e di tanti altri oppositori politici in un paese retto da più di due anni dal dittatore al-Sisi (“un grande statista” secondo Renzi).

Gli elicotteri d’assalto T129 con cui la Turchia attacca le comunità curde sono prodotti con l’ausilio del colosso italiano Finmeccanica, e armati con missili statunitensi e israeliani.

Nel solo anno 2014 il Ministero degli Esteri italiano ha autorizzato esportazioni militari verso l’Arabia Saudita per un valore di 300 milioni di euro, consistenti in artiglieria, bombe, missili, razzi e velivoli, oltre ai residui di consegne per i caccia Eurofighter. Con tali armamenti, tra l’altro, l’Arabia Saudita ha bombardato per mesi lo Yemen, il paese più povero del Medio Oriente, per piegare il movimento ribelle sciita Houti, filoiraniano, senza alcun mandato o giustificazione internazionale.

Nel 2014 l’export italiano di armi nel mondo è aumentato del 23% rispetto all’anno precedente: il Ministero degli Esteri ha autorizzato esportazioni definitive per 2,65 miliardi di euro, di cui il 28% nel Medioriente in guerra. E’ questa la crescita di cui parla Renzi?

Le armi italiane uccidono in tutto il mondo, in particolare in Medioriente e in Africa, causando l’esodo di milioni di profughi verso l’Europa, dove giungono dopo faticosi e pericolosi viaggi e qui vengono sfruttati in mille modi come manodopera a basso costo.

La guerra provoca morte e sofferenza e le sue conseguenze pesano anche sul benessere dei cittadini italiani che per mantenere militari, armamenti etc. vedono diminuire le risorse per scuola, sanità, pensioni e servizi.

Si invita tutti/e a continuare in ogni luogo la mobilitazione contro la guerra, le fabbriche di armi, il razzismo, lo sfruttamento, in vista di alcuni importanti appuntamenti:

SAB 12 MARZO CORTEO ANTIMILITARISTA

ORE 15 PIAZZA BOSCHIASSI – CASELLE TORINESE (TO)

 

VEN 18 MARZO SCIOPERO GENERALE

CONTRO GUERRA, RAZZISMO E SFRUTTAMENTO

ORE 15,30 PIAZZA CASTELLO – TORINO

 

Collettivo Boycott Israel – per uno stato unico in Palestina                                   


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